domenica 22 giugno 2014

Bisogna sognare!!

L'articolo del Corriere del Mezzogiorno del 20 giugno, a firma di Ottino, nell'indicare la presenza dello Slai cobas e della Rete, al processo Ilva il 19 giugno, utilizza espressioni di colore parlando di: “sognatori alla perenne ricerca della rivoluzione proletaria”.
In effetti è così. Va aggiunto che evidentemente in chi attivamente li interpreta non si tratta di 'sogno' ma di quotidiana e attiva lotta tra gli operai, i lavoratori, i cittadini perchè si traduca in realtà. Ma non è solo questo.

La rivoluzione proletaria è l'unica soluzione non solo ai problemi dell'Ilva, del disastro ambientale, del futuro di questa città, ma è l'unica soluzione al problema al centro del processo: saranno davvero puniti i padroni assassini e i loro complici? Sarà cancellato quel sistema che ha prodotto gli imputati? Avrà giustizia Stefania Corisi, moglie di Nicola D'Arcante, operaio Ilva ucciso dal tumore? Avrà giustizia Aurelio Rebuzzi, papà del piccolo Alessandro il cui ritratto campeggiava davanti alla caserma dove si teneva il processo Ilva? Avrà giustizia Amedeo, padre di Francesco Zaccaria? Avranno giustizia Stefano Delli Ponti, Claudio Marsella, Ciro Moccia, i cui ritratti campeggiavano al presidio della Rete?
Ecco, caro Ottino, chi darà giustizia a tutti questi? E avere il sogno di darla realmente questa giustizia non dovrebbe essere considerato un obiettivo per cui vale la pena di lottare?

Il sogno è l'alternativa all'incubo, senza i sogni mai nessuna realtà sarebbe stata trasformata e la storia del mondo andrebbe riscritta.
Ma poi come non riconoscere che il “sogno” della rivoluzione proletaria scaturisce dall'analisi scientifica, storico materialistica, seria, documentata del modo di produzione in cui viviamo, in cui vivono la maggiorparte degli operai, degli sfruttati, dei poveri del mondo che con le loro lotte alimentano quotidianamente questo bi/sogno della rivoluzione.
La fine del “sogno” della rivoluzione proletaria e l'ironia su di essa è una ideologia che interpreta e vuole esorcizzare la rivolta degli oppressi.
Preferiamo più che essere sognatori, rendere costante e permanente quello che per la borghesia è l'incubo principale
.

Lenin scriveva nel "Che Fare?": 
"Bisogna sognare!"... "C’è contrasto e contrasto – scriveva Pisariev a proposito del contrasto fra il sogno e la realtà. – Il mio sogno può precorrere il corso naturale degli avvenimenti, ma anche deviare in una direzione verso la quale il corso naturale degli avvenimenti non può mai condurre. Nella prima ipotesi, non reca alcun danno; anzi, può incoraggiare e rafforzare l’energia del lavoratore... In quei sogni non c’è nulla che possa pervertire o paralizzare la forza operaia; tutt’al contrario. Se l’uomo fosse completamente sprovvisto della facoltà di sognare in tal maniera, se non sapesse ogni tanto andare oltre il presente e contemplare con l’immaginazione il quadro compiuto dell’opera che è abbozzata dalle sue mani, quale impulso, mi domando, l’indurrebbe a cominciare e a condurre a termine grandi e faticosi lavori nell’arte, nella scienza e nella vita pratica?... Il contrasto tra il sogno e la realtà non è affatto dannoso se chi sogna crede sul serio al suo sogno, se osserva attentamente la realtà, se confronta le sue osservazioni con le sue fantasticherie, se, in una parola, lavora coscienziosamente per attuare il suo sogno. Quando vi è un contatto tra il sogno e la vita, tutto va per il meglio".
Di sogni di questo genere ve ne sono disgraziatamente troppo pochi nel nostro movimento. E ne hanno colpa soprattutto i rappresentanti della critica legale e del "codismo" illegale, che fanno pompa della loro ponderatezza, del loro "senso del concreto".   

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