sabato 21 giugno 2014

Dopo la morte di Nicola D'Arcante, le denunce, l'Ilva si muove - ma insieme agli esami clinici occorre accertare ed eliminare la causa nel reparto Ocm-cap e nella lavorazione che determina quelle patologie

Reparto manutenzione Esami clinici sugli operai

Taranto - Era stata l' Unione sindacale di base (Usb) a lanciare l' allarme per prima, nel dicembre scorso. Poi Fiom- Cgil e in seguito gli altri sindacati. Denunciavano l' anomala percentuale di lavoratori con patologie alla tiroide, tutti impegnati nel reparto manutenzione- carpenteria dello stabilimento Ilva di Taranto e chiedevano un' indagine epidemiologica. Qui, a metà maggio, è morto Nicola D' Arcante, a soli 39 anni. Le denunce e le proteste hanno raggiunto l' obiettivo. Dalla settimana prossima prende il via lo screening, a spese dell' azienda, di tutti i circa 250 operai del reparto, attraverso un protocollo messo a punto con l' ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti dove saranno effettuate le analisi. Nella prima fase, in una postazione mobile della Croce Rossa dentro lo stabilimento, i lavoratori saranno sottoposti a normali esami di laboratorio per accertare la presenza di eventuali patologie tiroidee. Chi presenta valori non normali e mostra qualche segnale di possibili malattie passa alla seconda fase nella quale scattano gli approfondimenti clinici con l' agoaspirazione, consulto con l' endocrinologo, esame citologico. Al terzo passaggio, tac e scintigrafia arrivano solo coloro i quali hanno bisogno di una valutazione clinica con diagnosi ed eventuale terapia. Ieri mattina, durante una riunione tra azienda e sindacati, è stato messo a punto il calendario. Lo screening, basato su esami fuori protocollo, richiede il consenso dei lavoratori e durerà quattro settimane per esaurire tutta la platea degli operai interessati. Positive le reazioni dei sindacati all' iniziativa dell' azienda che ha «finalmente» raccolto le richieste dei lavoratori sul sensibile tema della salute in fabbrica. C. B.

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