sabato 21 giugno 2014

La Fiom vuole mobilitare gli operai Ilva per difendere l'Ilva. Mentre non si sogna certo di chiedere al governo un "decreto operaio" (dopo i tanti per l'Ilva) che stabilisca: nessun operaio deve andare a casa, tutti gli operai devono essere impiegati durante la messa a norma, salari e diritti non si toccano, la prima messa a norma è garantire la sicurezza degli operai (via l'accordo Mof, ecc.), in una fabbrica insalubre e nociva come l'Ilva non si può stare e lavorare per tanti anni ma 20 anni bastano, con estensione, quindi, a tutti dei benefici pensionistici, la salute è un diritto intoccabile per operai e cittadini, per cui servono visite mediche mirate, cure sanitarie gratuite, ospedale e strutture d'emergenza, affidate ad Emergency, per fronteggiare la situazione

LANDINI: "Ci costituiamo parte civile perchè chi ha sbagliato si assuma la responsabilità e paghi e perchè deve essere chiaro che occorre dare una prospettiva alla produzione dell'acciaio, che per noi è importante, garantendo investimenti..."
Nel frattempo Landini ha disegnato la road map del cambiamento all'Ilva, confermando le priorità: "Intervento diretto dello Stato con un ruolo di garanzia e controllo, lavori di ristrutturazione ambientale degli impianti previsti dall'Aia, fine di ogni influenza dei Riva, blocco di qualsiasi tentativo di scorporo dell'azienda che preluda a tagli e ridimensionamenti, nuovo assetto proprietario con soci che portino garanzie precise".

A fronte di questo Landini pensa ad una mobilitazione dei dipendenti Ilva a Roma "facendo sentire al governo, che non ci ha ancora convocato malgrado la richiesta di incontro.il disagio per l'emergenza".

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