venerdì 23 settembre 2016

Commissari assassini scaricano la colpa su Giacomo - Se ne devono andare... anzi devono essere cacciati

Comitato liberi e pensanti

“Saremo vicini alla famiglia”, queste furono le dichiarazioni della dirigenza dell’Ilva poco dopo la notizia della morte dell’operaio venticinquenne Giacomo Campo. Quel giorno chiedemmo a tutti di tacere ed evitare fiumi di parole ipocrite sull’ennessimo omicidio targato Ilva.
Ieri, invece, il sig. Laghi, che evidentemente non conosce assolutamente lo stabilimento di Taranto del quale è commissario, ha, di fatto, accusato dell’incidente mortale il giovane operaio che “era troppo vicino al nastro trasportatore di fronte al tamburo di rinvio” e che, vogliamo ribadirlo, a suo dire era IN SICUREZZA.
Chiediamo quindi al sig. Laghi, di spiegarci, secono lui, perché non ci si possa avvicinare ad un tamburo neanche quando è in sicurezza.
Vogliamo ricordare al commissario dalla poltrona in pelle umana che ogni giorno noi lavoriamo vicino ai tamburi dei nastri e, se tanto mi dà tanto, ciò significa che noi rischiamo la vita ogni volta.
Il sig. Laghi, invece di parlare senza cognizione di logica e causa dovrebbe invece dire chi aveva il dovere di far rispettare tutte le pratiche operative che le norme sulla sicurezza impongono che invece sono state bypassate perché, come hanno detto i colleghi di lavoro di Giacomo Campo, la produzione non si può fermare.
Se il sig. Laghi fosse una persona per bene ed in buona fede invece di accusare un operaio senza esperienza e formazione, ricattabile perché precario, dovrebbe chiedere scusa per le sue parole e rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità.
A questo punto ci chiediamo se il commissario conosca le pratiche operative e le norme di sicurezza oppure voglia difendere chi ha costretto un operaio a lavorare senza sicurezza per evitare di perdere tempo e non bloccare la produzione ulteriormente.
C’è un’altra cosa che non quadra e ci riferiamo alle dichiarazioni del procutarore di Taranto che pare, secondo i giornali, abbia parlato di un possibile sabatoggio dell’attuazione del piano ambientale. Invitiamo il procuratore, invece di lanciare questo genere di allarmi infondati visto che in Ilva gli operai sono controllati costantemente, a verificare se effettivamente Giacomo Campo sia stato richiamato a lavorare nonostante, pare, avesse terminato da poco il suo turno di lavoro.
Tirando le somme oggi abbiamo dichiarazioni irresponsabili di un commmissario straordinario e di un procuratore e nessuna indignazione da parte dei sindacati che si sono lavati la coscienza con uno sciopero farlocco che, così come tutti quelli precedenti, non servirà a niente.
Noi, da parte nostra, abbiamo solo una cosa da dirvi: ASSASSINI

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