lunedì 19 settembre 2016

L'assassinio del giovane operaio in Ilva domanda una rivolta operaia e popolare in fabbrica e in città

I Vertici con i rappresentanti del Governo e con i commissari di mercoledì, cioè con gli stessi responsabili di un assassinio annunciato sono un insulto alla famiglia di Giacomo campo e a tutti gli operai. 
Servono solo a ingannare che qualcosa deve cambiare, per non cambiare niente. 
Come si fa a parlare di sicurezza quando è il governo in prima persona e i suoi commissari che rinviano per decreto al 2019 le bonifiche in fabbrica, il risanamento degli impianti, quando non spendono un centesimo neanche per la manutenzione ordinaria, quando vogliono svendere la fabbrica a nuovi padroni che come Riva e peggio di Riva puntano solo al massimo profitto, con massimo sfruttamento e minimo costo del lavoro, prima di tutto i costi "inutili" sulla sicurezza?
RIBELLIAMOCI!

Un operaio Ilva intervistato su "Il Fatto quotidiano" ha denunciato:
“Ho chiamato il responsabile dei gruisti intorno alle sette del mattino. Gli ho detto di venire al ‘reparto stock house afo 4’ per occuparsi del ‘contro-peso’. Lui mi ha risposto che era stato già avvertito, che stava arrivando, ma quando s’è presentato con la gru, purtroppo, la tragedia era già avvenuta: erano quasi le 8. Giacomo era già morto stritolato, schiacciato tra il nastro e il rullo. Qualcuno ha deciso di avviare la pulizia prima che la gru bloccasse il contrappeso, allentandone la tensione del nastro, fermandone qualsiasi movimento. Immagino che sia accaduto per liberare subito il nastro, per avviare la manutenzione, la sostituzione del pezzo da riparare, per ripristinare il prima possibile la messa in marcia e la produzione.
Nopn riesco a darmi un'altra spiegazione. Giacomo non avrebbe dovuto essere lì dov'era, perchè era oltre i passamani, cioè le barriere di sicurezza: quindi li ha dovuti scavalcare. Perchè? E chi gli ha detto di fare le pulizie proprio lì?".

E via via vengono fuori altre notizie:
Giacomo viene al lavoro nel suo giorno di riposo perchè bisognava ripulire il nastro che porta la ghisa nell'altoforno 4. Giacomo era assunto con contratto a tempo determinato rinnovato di volta in volta negli ultimi due anni.
Questi fatti mostrano ancora una volta come questa ennesima morte è stata un assassinio, pienamente interno alle condizioni di lavoro nel''appalto e in Ilva e alla logica della produzione prima di tutto e prima possibile.

Una logica che sta inevitabilmente anche nella testa dei sindacati confederali. La stessa Fiom, nel denunciare la carenza di manutenzione ordinaria e che viene prima la produzione e poi la sicurezza, però dice: “E ora, oltre la tragedia umana, si rischia di perdere anche la produzione dell'altoforno 4: se non si riattiva in tempi brevi rischia di saltare questa linea produttiva”.

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