mercoledì 12 ottobre 2016

L’Ilva di Taranto tra veleni, topi e immondizia




TARANTO – Esistono diversi livelli di degrado ambientale. C’è quello procurato dalle ciminiere che emettono veleni di ogni tipo e c’è quello più spicciolo che si presenta lungo le strade e nei parcheggi intorno all’Ilva. Cumuli di rifiuti abbandonati per mano di qualche incivile, rimasti lì nell’indifferenza di chi dovrebbe porre rimedio. Entrambi i livelli di degrado parlano di un approccio scriteriato nei confronti del territorio e della comunità.
refettorioIeri avevamo raccontato un altro problema strettamente legato all’igiene. Due giorni fa, il refettorio del reparto Ome Mua dell’Ilva è stato chiuso per la presenza di escrementi di topi rinvenuti anche negli armadietti. Qui i roditori hanno attinto dai cibi conservati dagli operai )  deliziandosi anche con qualche crostatina. L’invasione dei topi, però, riguarda anche altri reparti, a cominciare dal GRF (Gestione Rottami Ferrosi), e comporta rischi per la salute degli stessi lavoratori.
ilva-rifiuti-3Come se ciò non bastasse, al di fuori della fabbrica, ci si imbatte nell’immondizia accatastata, da decenni forse, nel silenzio di tanti. Il problema legato alla manutenzione e alla pulizia delle strade e dei parcheggi antistanti lo stabilimento è stato trattato ai primi di settembre, nel corso di una riunione tenuta dal Consorzio Asi con rappresentanti del Comune di Taranto (entrambi hanno competenze sulle aree interessate), Amiu, Ilva, e organizzazioni sindacali.
ilva-rifiuti-1Durante la riunione è stata vagliata la possibilità di incrementare l’illuminazione delle portinerie A e B – a tal proposito sarebbero già stati fatti dei sopralluoghi – e di implementare l’impianto di videosorveglianza realizzato dall’Asi prevedendo la gestione da parte dell’Ilva. Interventi che secondo l’azienda richiederebbero tempo sia per realizzare i progetti che per effettuare l’analisi dei costi.
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