venerdì 18 novembre 2016

Ieri, la "Dialettica della natura" spiegata ai lavoratori e alle lavoratrici di Taranto


Una nuova, inedita, interessante "lezione" si è svolta ieri alla Biblioteca comunale di Taranto.
E' stato un incontro tra il professore di filosofia dell'Università di Napoli "Federico II", Giuseppe Di Marco, e operai dell'Ilva e dell'appalto, lavoratori cimiteriali, lavoratori della Pasquinelli, lavoratrici degli asili, delle pulizie nelle scuole, disoccupati, cittadini, insegnanti, ecc.
Il professore ha spiegato, attraverso uno dei testi più importanti di Engels, "capo" insieme a Marx del movimento operaio, "Dialettica della natura", le leggi che regolano i movimenti della natura come i movimenti nella società, e che spiegano il perchè di ciò che accade in una grande fabbrica come l'Ilva e in una città come Taranto; gli operai, soprattutto dell'Ilva, hanno spiegato al professore che cosa è la fabbrica, che succede nella grande industria, ecc.

Un incontro che alla fine è stato festeggiato con una torta, anche questa "nuova", portata da una lavoratrice, con sopra l'immagine di Marx. Un incontro che ha già un suo futuro...
Pubblicheremo nei prossimi giorni la video registrazione di questa importante "lezione".

Ora, riportiamo alcuni stralci tratti dal libro di Engels, dati ieri ai partecipanti nelle cartellette:

"...l'animale si limita a usufruire della natura esterna, e apporta ad essa modificazioni solo con la sua presenza; l'uomo la rende utilizzabile per i suoi scopi modificandola: la domina. Questa è l'ultima, essenziale differenza tra l'uomo e gli altri animali, ed è ancora una volta il lavoro che opera questa differenza...
...dopo ipoderosi progressi compiuti dalla scienza in questo secolo, siamo sempre piùin condizione di conoscere, e quindi di imparare a dominare anche gli effetti naturali più remoti, perlomeno per quello che riguarda le nostre abituali attività produttive. Ma quanto più ciò accade, tanto più gli uomini non solo sentiranno, ma anche sapranno, di formare un'unità con la natura, e tanto più insostenibile si farà il concetto, assurdo e innaturale, di una contrapposizione tra spirito e materia, tra uomo e natura...
Ma se è stato necessario il lavoro di millenni sol perchè noi imparassimo a calcolare, in una certa misura, gli effetti naturali più remoti della nostra attività rivolta alla produzione, la cosa si presentava come ancor più difficile per quanto riguarda i più remoti effetti sociali di tale attività...
...Gli uomini, che con il loro lavoro produssero la macchina a vapore, tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo, non avevano affatto il presentimento di costruire lo strumento che più di ogni altro era destinato a rivoluzionare la situazione sociale di tutto il mondo, a procurare in particolare alla borghesia, in un primo tempo, il predominio sociale e politico, attraverso la concentrazione della ricchezza nelle mani della minoranza e la totale espropriazione della stragrande maggioranza, per generare poi tra borghesia e proletariato una lotta di classe, che può aver fine solo con l'abbattimento della borghesia e l'abolizione di tutti i contrasti di classe. Ma anche in questo campo noi riusciamo solo gradualmente ad acquistare una chiara visione degli effetti sociali mediati, remoti, della nostra attività produttiva, attraverso una lunga e spesso dura esperienza, e attraverso la raccolta e il vaglio del materiale storico; e così ci è data la possibilitàdi dominare e regolare anche questi effetti.
ma per realizzare questa regolamentazione, occorre di più che non la sola conoscenza. Occorre un completo capovolgimento del modo di produzione da noi seguito fino ad oggi, e con esso di tutto il nostro ordinamento sociale nel suo complesso...
...I singoli capitalisti, che dominano la produzione e lo scambio, possono preoccuparsi solo degli effetti pratici più immediati della loro attività... l'unica molla della produzione diventa il profitto..."

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