giovedì 9 marzo 2017

GIOVEDI' ROSSI: "LA CLASSE OPERAIA DEVE DIRIGERE TUTTO"- 2 - L'INGRESSO DEGLI OPERAI NEL CAMPO DELL'ISTRUZIONE, DELLA CULTURA

Durante la Grande rivoluzione culturale proletaria in Cina, la classe operaia entrò in tutti i campi della sovrastruttura, della società, e soprattutto in quelli - la scuola, le università, la cultura, l'istruzione, in cui era totalmente esclusa ed erano i campi del dominio delle idee della borghesia.

Le citazioni che seguono sono tratte da uno dei testi fondamentali di questa battaglia: “La classe operaia deve dirigere tutto”, scritto da un compagno maoista cinese Yao Wen yuan. e servono a chi segue la Formazione on line per afferrare i nodi di questa battaglia.


E' assolutamente necessario persistere con la direzione della classe operaia e “sviluppare al massimo la funzione dirigente della classe operaia nella grande rivoluzione culturale nei vari settori di lavoro” (Mao Tse tung)”.

La parola d'ordine di sostituire la dittatura della borghesia con quella del proletariato fu avanzata verso la metà del 19° secolo quando il marxismo cominciava a prendere forma e da allora sono già trascorsi 120 anni. Solo l'imperialismo... la borghesia e i loro agenti - i vecchi e i nuovi revisionisti – si oppongono a questa coerente parola d'ordine rivoluzionaria... Perchè la parola d'ordine diventi una realtà è essenziale unirsi alle larghe masse non operaie – soprattutto le masse contadine, le masse della piccola borghesia urbana e gli intellettuali che possono essere rieducati - e guidarne nell'avanzata. L'intero corso della Grande rivoluzione culturale proletaria si è svolto sotto la direzione di una sola classe, la classe operaia... Il quartier generale proletario sintetizza gli interessi della classe operaia (perchè fu ed è necessario che ci sia un “quartier generale proletario” affinchè si eserciti la direzione della classe operaia – ndr). Perchè – dice il testo: “senza di esso prevale anche nella fila della classe operaia la mentalità da conventicola, il settarismo e hanno ampio spazio nelle fila della classe operaia le tendenze, reazionarie e riformiste che minano la direzione della classe operaia. “Bisogna spazzare via – dice il testo – ogni “regno indipendente”.
Tutti i rivoluzionari devono tenere sempre presente questa storica lezione della lotta di classe”

Le squadre di propaganda degli operai fanno il loro ingresso nel campo dell'istruzione. E' un evento
che scuote la terra. Sin dai tempi antichi le scuole sono state monopolio della classi sfruttatrici e dei loro figli. Dopo la liberazione la situazione subì un certo miglioramento ma le scuole rimasero fondamentalmente monopolio degli intellettuali borghesi”
Quando nel corso della Grande rivoluzione culturale proletaria i giovani delle Guardie rosse si sono ribellati (a questo), i responsabili del partito avviati sulla via capitalistica, le forze reazionarie borghesi nelle scuole hanno subito per un certo periodo duri colpi, ma... i fatti hanno provato che in tali circostanze è impossibile per gli studenti e gli intellettuali portare a termine da soli (questa battaglia).
Mao sottolinea “Per portare a compimento la rivoluzione proletaria nel campo dell'istruzione è indispensabile la direzione della classe operaia, la partecipazione delle masse operaie”.
Solo così è possibile “distruggere completamente il sistema di istruzione borghese. Le masse studentesche devono accogliere con entusiasmo la classe operaia che viene ad occupare la scena...
La classe operaia possiede (diciamo noi, nella sua lunga storia) una ricca esperienza pratica per quel che riguarda i tre grandi movimenti rivoluzionari: lotta di classe, lotta per la produzione, sperimentazione scientifica...”
La classe operaia odia il vecchio sistema di istruzione perchè esso è al servizio delle classi sfruttatrici. Prova ripugnanza per le chiacchiere a vuoto e la doppiezza di coloro le cui parole non corrispondono ai fatti...”
Le contraddizioni per le quali gli intellettuali continuano a litigare senza riuscire a superarle, possono essere risolte con il ruolo della classe operaia...”. Contro coloro che dicono che “è più che sufficiente che gli operai si occupino delle loro fabbriche, lo scritto sostiene “questo è un punto di vista antimarxista. La classe operaia deve sapere di poter raggiungere la sua completa emancipazione solo emancipando l'intera umanità. Fino a quando la rivoluzione proletaria nel campo dell'istruzione (diremmo noi, dell'arte, della cultura, della stampa, della sovrastruttura - ndr) non sarà portata a termine e le radici del revisionismo non saranno estirpate, la classe operaia non sarà emancipata e continuerà ad esistere (il capitalismo e, nel caso in cui il potere sia stato conquistato) il pericolo che il capitalismo sia restaurato e la classe operaia venga di nuovo sfruttata e oppressa”.
Così come va combattuta la posizione di chi nella scuola, ma potremmo dire, ancora una volta, nell'arte, nella cultura, nella stampa, nella sovrastruttura, dice “vogliamo liberarci da soli, non abbiamo bisogno della partecipazione degli operai estranei alla scuola”. A costoro l'autore risponde: “La grande rivoluzione culturale proletaria afferma che “le masse devono liberarsi da sé stesse”. Gli operai non fanno forse parte delle masse? La classe operaia non fa parte delle stesse masse. Tutti gli autentici rivoluzionari proletari – non quelli che si autodefiniscono tali per ingannare gli altri – considerano la classe operaia come parte di sé stessi, anzi come la parte più avanzata e cosciente (potenzialmente) delle masse popolari. Chi considera gli operai come una forza estranea è un confusionario, un elemento estraneo alla classe operaia... Certi intellettuali che si autodefiniscono “rivoluzionari proletari” si oppongono agli operai non appena la classe operaia tocca gli interessi del loro minuscolo regno indipendente”.
Per questo gli operai devono occupare i “regni indipendenti” grandi o piccoli che siano. Solo così è possibile “cambiare l'atmosfera, lo stile e le idee insane che esistono là dove pullulano gli intellettuali...
Gli operai non si inventano istruzioni” affermano certi intellettuali... Vi sono due specie di istruzioni; istruzione borghese e istruzione proletaria”
Quello che l'intellettuale comprende è la pseudo conoscenza della borghesia... Solo con la diretta partecipazione del proletariato è possibile creare gradualmente un sistema di istruzione proletaria caratterizzata dall'integrazione della teoria con la pratica... E' possibile.., conoscere tutto ciò che esiste oggettivamente.
La classe operaia approfondirà la conoscenza del mondo attraverso la propria pratica rivoluzionaria e trasformerà il mondo... Per adempiere questa missione storica la classe operaia deve studiare con coscienza e serietà (il pensiero scientifico elaborato da Marx, Lenin, Mao), seguire la linea di massa e lo stile di lavoro basato sulle inchieste e le ricerche, elevare costantemente la propria coscienza politica... criticare e ripudiare l'influenza corrosiva in seno alla classe operaia dei disgustosi metodi borghesi...”
La borghesia è sempre stata per tradizione molto forte nel settore culturale ed educativo. Quando la classe operaia vuole trasformare il mondo... la borghesia cerca di usare la concezione borghese del mondo per corrompere gli elementi deboli nelle fila operaie, compresi i quadri dirigenti...”
“Bisogna essere fermi sulle posizioni del proletariato e stare in guardia contro le pallottole ricoperte di zucchero e gli altri espedienti cui la borghesia ricorre per attaccare le fila operaie. E' necessario compiere uno sforzo coscienzioso per epurare a fondo le fila della classe operaia, per fare la rivoluzione...”
La critica di massa e l'epurazione delle file di classe si stimano e danno impulso a vicenda, creando le migliori condizioni per il consolidamento delle organizzazioni (sindacato di classe, partito della classe operaia - ndr)...”
Solo così queste organizzazioni diventano quello che dice Mao “le organizzazioni devono essere... composte da elementi avanzati... devono essere organizzazioni d'avanguardia e dinamiche capaci di dirigere il proletariato e le masse nella lotta contro il nemico di classe”.

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