Quest’oggi le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno scritto ai Commissari straordinari dell’Ilva in amministrazione straordinaria chiedendo che anche per i dipendenti del sito di Taranto, si adottino strumenti di integrazione al reddito, così come è avvenuto per lo stabilimento di Genova, dove c’è stata la proroga per altri 12 mesi. “Cosa naturalmente positiva ed utile – commentano i sindacati – a fronteggiare l’attuale momento incerto, ma sosteniamo fermamente che la strada dell’uguaglianza tra tutti i
lavoratori del gruppo Ilva operanti nei vari siti produttivi sia imprescindibile”. Fim, Fiom, Uilm e Usb evidenziano, quindi, che la loro richiesta “inviata al Mise ed ai Commissari Ilva circa la gestione della Cigs ad oggi è rimasta inascoltata. Non c’è stata alcuna convocazione”.
Questa mattina l’Ilva, invece, ha poi convocato le organizzazioni sindacali per comunicare la nuova gestione dei sistemi informativi dei siti del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria. Fim, Fiom, Uilm e Usb durante l’incontro hanno ribadito all’azienda “la necessità di avviare, prima di qualsiasi modifica organizzativa, un confronto preventivo, soprattutto se la stessa risulta essere a discapito dei lavoratori dello stabilimento di Taranto, già fortemente penalizzati dal ricorso alla cassa integrazione”.
“Abbiamo inoltre sottolineato che tali operazioni, a pochi mesi dall’acquisizione di Am InvestCO – proseguono le sigle -, sono del tutto ingiustificate e inaccettabili, considerando peraltro che si tratta di nuove assunzioni o proroghe di contratto fatte a Milano, in presenza di ammortizzatori sociali presenti nel sito di Taranto; pertanto le organizzazioni sindacali auspicano che siano maggiormente coinvolte le professionalità presenti nel territorio”. “Non è la prima volta che la prima linea della gestione commissariale assuma decisioni in controtendenza alla fase di criticità economiche che vive tutto il gruppo Ilva, come nel caso della realizzazione del nuovo portale MyIlva che rischia di essere accantonato con l’arrivo di AM Investco, producendo di fatto uno sperpero di migliaia di euro di denaro pubblico” sostengono le organizzazioni sindacali. Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno pertanto diffidato l’Ilva “dal procedere alla modifica organizzativa dei sistemi informativi, avviata dal dott. Rubinacci, chiedendo inoltre chiarimenti al Ministero dello Sviluppo Economico in merito alla cattiva gestione economica ed organizzativa che favorisce interessi personali a danno di interessi collettivi. Ci troviamo nella classica situazione in cui si socializzano le perdite e si privatizzano i profitti”.