venerdì 22 dicembre 2017

IL PACCHETTO DI INTERVENTI MITTAL/GOVERNO SU PARCHI, BONIFICHE E INDOTTO – UN BLUFF, INSUFFICIENTE, CON POCHE CARTE E TRUCCATE

Di cosa si parla:
- Avvio dei lavori per la copertura dei parchi maggiori, anticipata di 8 mesi, ovvero dal 1° settembre al 1° febbraio 2018, e 24 mesi per completare l'opera (1° febbraio 2020).
Questa era già sostanzialmente la proposta dei commissari e di Mittal. Si parla poi di parchi maggiori, non di tutti i parchi minerali.
- Piano di decontaminazione per interventi disinquinanti di bonifiche non pertinente all'attività produttiva, da un miliardo e 80 milioni, dedicati alla gravina Leucaspide, alla bonifica della falda profonda, alla discarica ex cava 2 mari. Questo tipo di interventi ampiamente previsti non c'entrano nulla con l'ambientalizzazione dell'Ilva e sono secondari rispetto alle bonifiche da realizzare fuori dall'Ilva.

- Rassicurazione sui crediti vantati dall'indotto locale. “Rassicurazione” è una parola che dice ben poco. Rassicurazioni sono state date continuamente in tutti questi anni ad ogni snodo della vicenda, e, come si vede, non hanno ottenuto effetti alcuni.

- Costruzione di un Centro ricerca e sviluppo presso l'Ilva di Taranto. Anche questo, se si
farà, non ha nessun impatto né sull'ambientalizzazione della fabbrica, né rispetto alle bonifiche della città.

E' bene dire che anche questa volta ai soggetti interessati non è stato dato alcun documento, ma solo slide; nessuna persona seria, né dei sindacati né delle Istituzioni, può partecipare a Tavoli dove da settimane e settimane non vengono fornite che slide, e come tali non discutibili e da prendere o lasciare. In questa occasione, nell'ultimo incontro sono state aggiunte slide più dettagliate. Il governo, e solo il governo, parla di “quasi totalità dei lavori conclusi entro il 2020”, ma conferma che ci sono ben altri lavori che vanno oltre il 2020, ed è esso e solo esso che sostiene che siano riferiti ad “impianti fermi, quindi privi di impatto ambientale”.

- Tornando ai soldi. AM Investco aveva annunciato 375 milioni di euro per la copertura dei parchi. Che questi siano sufficienti lo dicono solo AM e il governo. Chiunque è in fabbrica, competente (sindacalisti in testa) sa bene che sono fondi insufficienti. Lo stesso si può dire per le cokerie (226 milioni di euro) e per lo stoccaggio/manipolazione materie prime (128 milioni di euro).

- Torniamo ai parchi minerali. Qui vengono forniti numeri che non corrispondono a quelli conosciuti notoriamente. L'area da coprire equivarrebbe a “28 campi di calcio” in questo piano, ma in generale si è sempre parlato di un'area equivalente a “70 campi di calcio”. La distanza tra i due numeri è troppo alta per non essere equivoca. Evidentemente qui si fa riferimento solo ai campi maggiori, quelli con un'altezza di 80 metri e una larghezza di 254.
La copertura avviene con il progetto già assegnato all'azienda Cimolai nel 2013. All'epoca i tempi della Cimolai erano complessivamente simili per non dire inferiori, tanto è vero che era prevista la conclusione del lavoro di tutti i parchi minerali entro il 2015. Di che anticipazione quindi stiamo parlando? E di che accelerazione di lavori stiamo parlando?
Si dice che “al fine di assicurare un'accelerazione dei tempi è stata approvata una copertura modulare. Entro gennaio 2020 per la copertura delle aree del parco minerale, mentre per le aree del parco fossile entro il 30 giugno del 2020”. In che senso questa sarebbe un'accelerazione? Nessuno ce lo spiega. Quando poi mettono i dettagli, allora si capisce di che cosa realmente si tratta.
Per il parco minerale vengono definite queste fasi: bonifica, nomina tecnici di cantiere, campo prova per pali fondazione da concludersi entro luglio 2018, opere fondazioni profonde e in elevazione, entro febbraio 2019; realizzazione strutture metalliche, entro maggio 2019; infine, assemblaggio entro gennaio 2020.
Si tratta di una calendarizzazione che non ha nulla di accelerato e meno che mai di emergenza, come è invece assolutamente necessari, se non si vuole perpetuare, quindi allungare, il danno da inquinamento mortale che i parchi producono.
Aggiungiamo inoltre due cose. E' bene che gli operai sappiano che siamo abituati a questo tipo di iter, che è quello della Commissaria alle bonifiche all'esterno della fabbrica, che ha fatto sì che nella bonifica, ad esempio, di un'area ristrettissima, come quella del cimitero S. Brunone, inquinata dai parchi minerali, un piano dello stesso tipo ci è stato presentato quasi due anni fa, e tuttora stiamo aspettando la sua effettiva realizzazione. L'altra cordata, che noi sicuramente non caldeggiamo, parlava di un processo autorizzativo della durata di 18 mesi. In sostanza, tutta la fase dell'attività preventiva all'effettiva realizzazione dell'opera ha una durata infinitamente maggiore rispetto alle necessità, rispetto ad un'opera come questa che integralmente può o dovrebbe essere realizzata in una massimo di sei mesi.

- Rispetto poi ad “inglobare la valutazione del danno sanitario”, il governo pensa di cavarsela con poco o niente, perchè ritiene che l'AIA non debba essere toccata e che comunque tutto sia limitato ad un controllo sanitario una volta all'anno. Per quanto riguarda poi il piano di decontaminazione esterna ai perimetri aziendali, esso prevede che sia l'amministrazione straordinaria a portarlo a termine, impegnando ad esso gli esuberi.
Ma primo, i fondi, comunque, rispetto a questa decontaminazione esterna sono insufficienti, come da altre infinite fondi si può rilevare; secondo, presuppone già la quantità prestabilita dalla Mittal di esuberi che invece avrebbero dovuto essere, come i sindacalisti confederali continuano a dire, materia di contrattazione, e che, come da affermazioni da loro scritte nei volantini, in realtà esuberi non ce ne devono proprio essere.

Questo piano, quindi, non corrisponde alle osservazioni fatte quando il piano è stato presentato e che sono state richieste ad Istituzioni, associazioni, ecc., ma di cui si è tenuto poco conto.
Ed è questo che ha originato gli stessi ricorsi, peraltro essi stessi per noi insufficienti.

Di che trattativa che si sarebbe sospesa, allora, stiamo parlando? Quando questa trattativa è una falsa trattativa che consiste in sostanza nell'ottenere il consenso, senza modificare niente di sostanziale in materia di esuberi e di bonifiche, per di più sotto il ricatto provocatorio e dittatoriale di “chiudere la fabbrica”.

- Infine, per quanto riguarda le famose “promesse all'indotto”, Calenda ha parlato solo dei soldi che ha già dato, poi ha parlato di crediti pari a 42 milioni, di cui solo 8 scaduti oltre i 90 gg. Questi sono gli ultimi soldi veri che Calenda mette, tutto il resto è “rimandato all'esigibilità”, a formule assolutamente fumose: “saranno soddisfatti integralmente dall'amministrazione straordinaria o alternativamente dall'acquirente che si è impegnato contrattualmente” (??); poi si dice che per “tutti i debiti sorti antecedentemente all'inizio dell'amministrazione straordinaria, corrispondenti a 130 milioni, secondo i dati del governo “si gioca una partita al Tribunale di Milano sullo stato passivo”.
Come fanno, quindi, su questa base i signori della Confindustria locale a schierarsi con padroni e governo, mentre, utilizzando questo pretesto, continuano loro ad essere insolventi verso gli operai in materia di salari, stipendi, ecc.?

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