giovedì 4 gennaio 2018

Il "protocollo d'intesa su Ilva" sempre nella logica del ricatto, e non è un effettivo passo avanti

Calenda inizia il nuovo anno con una altra "mossa tattica" sull'Ilva, che però è sempre nella logica di prima, della serie "Io faccio vedere che ti concedo qualcosa (?) ma tu devi ritirare il ricorso". Il Protocollo, infatti, prevede espressamente "la rinuncia ai ricorsi da parte di Regione e Comune, entro 8 giorni dalla sottoscrizione del protocollo, pena la sua risoluzione"; quando si dimostra che mantenendo il ricorso è il governo che deve passare da "minacce di spegnimento" (tra l'altro impossibili e ridicole) a dichiarazioni che vorrebbero tranquillizzare e riprendere i Tavoli, senza cambiare effettivamente nulla e andando avanti per la strada annunciata.

Anche questa bozza - di cui sotto riportiamo i punti principali - non è, infatti, affatto un passo avanti. Da un lato si tratta di messa per iscritto di dichiarazioni già fatte nelle settimane passate, che sono già state considerate negativamente - in particolare i tempi di copertura dei parchi minerali, e l'immunità penale che restano come prima; dall'altro non dice nulla sugli esuberi, mentre ci si inventa una ipotetica Commissione per "interventi di sostegno assistenziale e sociale per le famiglie disagiate delle aree di Taranto e dei comuni limitrofi" - chi sarebbero queste "famiglie"? E perchè un Tavolo su Ilva e bonifiche affronta questo problema - per lenire l'impatto dei più di 3mila esuberi?
Dall'altro ancora su 'decarbonizzazione', 'tecnologia avanzata' si rimanda a "studi", sottolineando, comunque, che devono essere "tecnicamente ed economicamente preferibile rispetto a quella attualmente in uso", cioè devono salvaguardare i profitti del padrone, altrimenti, niente!

Nello stesso tempo, come dice anche il sindaco di Taranto, questa bozza di protocollo (al posto di un "accordo di programma") in realtà si tratta di "un generico protocollo di intesa, che riteniamo non conservi analoga efficacia"; quindi affatto vincolante al di là delle assicurazioni di Calenda.

Ancora una volta a dove vengono gli applausi? Dal fronte sindacale, naturalmente, con la Uil che plaude e invita al ritiro del ricorso."Riteniamo - scrivono Tiziana Bocchi, segretaria confederale della Uil, e Rocco Palombella, segretario generale della Uilm nazionale - che la proposta di protocollo costituisca un atto giuridicamente rilevante". Per i sindacati la lettera è "utile a far ritirare alle istituzioni locali suddette il ricorso al Tar di Lecce". "Il protocollo - continuano - rappresenta il giusto punto di mediazione per poter assicurare un piano di ambientalizzazione per il sito di Taranto idoneo, celere (?!), efficace e, soprattutto, anticipatore rispetto ai tempi finora prefissati". E aggiungono che solo ritirando il ricorso si possono salvaguardare occupazione e produzione del gruppo in questione e che possa assicurare futuro alla più grande azienda italiana della siderurgia".
Dichiarazioni che dimostrano che chi decide per gli operai e per la salute dei cittadini sono il governo e i nuovi padroni, e i sindacati confederali servono solo per far passare i loro piani antioperai e anti popolazione, tra gli operai.
 
LA BOZZA DI "PROTOCOLLO D'INTESA"

13 pagine e 9 articoli. All'inizio del Protocollo viene fatto un lungo richiamo ai diversi provvedimenti, decreti e leggi sull’Ilva varati negli anni, sia la serie degli articoli, al nono punto, poi, si specifica: «Il presente protocollo di intesa è risolutivamente condizionato al deposito, entro otto giorni dalla sua sottoscrizione, di un atto di rinuncia da parte della Regione Puglia e del Comune di Taranto ai ricorsi presentati al Tar di Puglia, sezione distaccata di Lecce». «La mancata rinuncia ai ricorsi» nel termine indicato «determina l'automatica risoluzione» del protocollo.

Il primo punto dello schema di intesa riguarda i parchi primari e la loro copertura. Si prevede una copertura modulare in due fasi: parco minerali in 24 mesi a partire da febbraio 2018 e parco fossile in 24 mesi da giugno 2018. La conclusione dei due interventi è fissata rispettivamente per gennaio 2020 e giugno 2020. I commissari si impegnano poi ad anticipare l’avvio della pavimentazione del parco loppa «anterioremente» al subentro di Am Investco nell’Ilva: stimati 12 mesi di lavori. I commissari inoltre presenteranno entro il 31 gennaio il piano degli interventi di bonifica che competono loro: aree dello stabilimento, ex discariche Cementir e cava Due Mari (da chiudere) e bonifica gravina Lecauspide. Interventi che verranno effettuati con i soldi della transazione Riva: poco più di un miliardo.

Sulla valutazione del danno sanitario, «si configura come uno strumento che interviene ad Aia già rilasciata proprio per valutare l’effetto sanitario dell’esercizio dell’installazione Aia», le parti - si legge nello schema proposto - si impegnano «a collaborare per il tempestivo deposito, con cadenza annuale, da parte di Arpa Puglia e dell’Asl di Taranto, del rapporto di valutazione aggiornato le cui conclusioni verranno esaminate congiuntamente da tutte le parti firmatarie, ferme restando le prerogative previste dalla legge in materia di riesame dell’Aia».

Decarbonizzazione
: Am Investco si impegna ad effettuare uno studio in proposito e a discuterne con l’amministrazione straordinaria di Ilva e con le istituzioni interessate. E c’è anche l’impegno a valutare l’utilizzo della tecnologia non a carbone «allorquando si dimostri tecnicamente ed economicamente preferibile rispetto a quella attualmente in uso».

Indotto Ilva: vengono valutati in 130 milioni i crediti insoluti e ora «oggetto di accertamento dello stato passivo svolta davanti al Tribunale di Milano». Quindici milioni riconosciuti come prededucibili «saranno soddisfatti successivamente al pagamento del prezzo da parte dell’acquirente», appunto Am Investco, mentre per i restanti 115 «l’amministrazione straordinaria si impegna, compatibilmente con il rispetto dei criteri di legge sul riparto ai creditori, a studiare possibili soluzioni per le modalità di soddisfazione, da implementare dopo il pagamento del prezzo da parte dell’acquirente».

«Il protocollo non può essere disatteso da nessuno. Impegna il Governo. Quando cambia il Governo non decadono gli atti compiuti dal precedente. Ma soprattutto gli impegni ambientali verranno recepiti nel contratto di cessione a Mittal e, dunque, saranno pienamente vincolanti». Lo scrive su Twitter il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, a proposito del protocollo di intesa sul Piano ambientale dell’Ilva che ieri il Governo ha inviato a Regione Puglia e Comune di Taranto e rispondendo un account di cittadini, 'Taranto libera'...
Calenda conclude affermando che quella chiamata «immunità è legata all’esecuzione del piano ambientale nei tempi e nei modi previsti. Dunque - spiega il ministro - la non implementazione lascia Mittal totalmente esposto».

Intanto, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in una nota precisa che «il Comune aveva rivendicato uno strumento più efficace come l’accordo di programma, strumento di rilevanza amministrativa peraltro accolto dal ministro Calenda, tramite dichiarazioni rilasciate all’indomani dell’ultimo tavolo istituzionale, mentre ci giunge oggi inaspettatamente una bozza nella forma di un generico protocollo di intesa, che riteniamo non conservi analoga efficacia». Melucci aggiunge che trasmetterà «entro il prossimo fine settimana la nostra controproposta al Governo»

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