venerdì 12 gennaio 2018

Sulle elezioni - stralci dal blog proletari comunisti

L’astensione (che a Taranto è stata una delle più alte a livello nazionale e ha avuto chiari caratteri proletari e popolari) deve uscire dal silenzio assordante del ‘non voto’. Dobbiamo dare voce, si deve vedere chi non vota. L'area proletaria del non voto deve visibilizzarsi e fare incursioni nella lotta contro la presenza di liste fascisti e nella contestazione attiva della campagna elettorale del nemico di classe.

(Anche a Taranto, anche se molto meno che rispetto ad altre città) un nuovo fastidioso e insidioso ostacolo a questo cammino è "Potere al popolo". Con questa lista vecchi rottami (buona parte dei quali da anni e anni non si vedono nelle lotte di lavoratori, precari, dei quartieri, e sono legati alle vecchie consorterie politiche della "sinistra") si mettono il ‘vestito nuovo’, e questi neoriformisti vanno a pescare voti di chi ha già votato. Questa lista dà una versione giovane di argomenti vecchi, per cui è già “il morto che si è già mangiato il vivo”...
Nè si tratta, al di là delle apparenze, di giovani se si guarda alle liste in preparazione (e Taranto ne è un esempio lampante), nè deve essere concesso troppo spacciarsi come giovani, nuovi, ecc.

Ma il collettivo che l'ha lanciata, Jsp, è impermeabile alle critiche. Non hanno fatto un bilancio dell'appoggio a De Magistris. O meglio lo hanno fatto e lo tengono per sè e non hanno il coraggio di parlarne apertamente. Jsp ha fatto un’operazione efficace, grazie ad uno sforzo concentrato, chiarezza di linea, combattività . Ma questa operazione è stata preceduta da un cambio di natura, hanno cambiato identità e dicono cose che la giustificano. A questo si aggiunge un elemento di furbizia: es. il programma di Potere al popolo, fatto "perché si doveva fare" e pieno di una serie eclettica di copia e incolla... Questo elemento di furbizia va smascherato, perchè al di là delle 'buone intenzioni' è un politicantismo per ingannare le masse. 
Il discorso di "potere al popolo", però, aiuta per spiegare e delimitare chi sono i rivoluzionari veri e chi gli 'amici del popolo' opportunisti-riformisti.

Noi dobbiamo fare una nostra "campagna elettorale", di boicottaggio attivo e  di organizzazione tra gli operai e le masse popolari dei quartieri, importante anche per fare inchiesta e verificare le nostre posizioni. Noi dobbiamo opporre fatti a fatti.
La lotta contro il carovita, la  lotta per il salario sono dei temi che devono stare al centro in questa campagna elettorale. Una campagna breve e concentrata. Noi dobbiamo dare voce a chi non vuole votare... dare una prospettiva al non voto. 

Le fabbriche sono il terreno favorevole per noi nello scontro con gli opportunisti, che  portano ideologicamente e politicamente il riformismo.
Potere al popolo non è in grado di recuperare voti tra gli operai... Gli operai stanno cercando un'altra strada.

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