mercoledì 9 maggio 2018

Gemellaggio Taranto – Pittsburgh - MA COSA SUCCESSE A PITTSBURGH?

A Taranto il prossimo primo giugno la delegazione della città americana di Pittsburgh, guidata dal primo cittadino Jim Wolf

“Taranto si proietta nella dimensione internazionale che le spetta”. Commenta così il Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, l’arrivo della delegazione della città americana di Pittsburgh guidata dal primo cittadino Jim Wolf, il prossimo primo giugno, per definire i dettagli del gemellaggio tra le due comunità. Alleanza fra le due città, sui temi dello sviluppo sostenibile e sulla ricerca delle migliori tecnologie per il processo di “decarbonizzazione” dalle fonti energetiche fossili, avviata l’anno scorso (leggi qui).
Le due città sono infatti accomunate da un passato siderurgico (Pittsburgh è stata sede di importanti acciaierie statunitensi).
Grazie a Claudia Laricchia e Paola Fiore del coordinamento italiano del Climate Reality Project, la rete che fa capo al premio Nobel Al Gore, si concretizza un processo di avvicinamento con la città USA, simbolo di politiche ambientali innovative e del superamento della monocoltura dell’acciaio” sottolinea nella nota stampa del Municipio l’assessore all’Ambiente, Rocco De Franchi". (Da Corriere di Taranto).

MA COSA SUCCESSE A PITTSBURGH?
- Dal libro: Ilva la tempesta perfetta 

Pittsburgh!
Ma dove sono gli operai?

Gli ambientalisti doc e il presidente dei Verdi, Bonelli, in riferimento alla vicenda Ilva tirano fuori come esempio a favore delle loro tesi sulla chiusura delle fabbriche inquinanti, Pittsburgh in Pennsylvania, che da capitale mondiale dell’acciaio, tanto da essere chiamata “the Steel city”, da vent’anni si è trasformata in una città della cosiddetta “green economy”, che in concreto ha voluto dire via fabbriche e nascita di attività di alta tecnologia, terziario avanzato, ricerca, innovazione, ecc.  Ora questa è la città dei 35 college e università, con 300 aziende-spin off nate dal settore accademico, delle grandi catene commerciali, dell’informatica. E Pittsburgh ora la trovi nelle cartine turistiche, come meta consigliata.
C’è un solo piccolo problema: gli operai non ci sono quasi più.
Sì, c’è stata una riconversione economica, ma la principale riconversione è stata la mega scomparsa degli operai, la cacciata di fatto di centomila abitanti e la loro sostituzione con settori provenienti
dalla piccola e soprattutto media borghesia. Pittsburgh è diventato così “il miglior posto d’America per le famiglie di giovani professionisti” (Newsweek), solo quest’anno, quattromila under 30 laureati sono andati a ripopolare gli 89 quartieri sparsi sulle colline e lungo i fiumi di Pittsburgh.
Gli operai e le loro famiglie spariti, affinchè la media borghesia possa vivere bene.. Come hanno continuato a sopravvivere quelle migliaia di operai non interessa...

Se questa vuole essere la soluzione da parte della media borghesia anche per l’Italia, anche per Taranto (perchè non solo l’Ilva, secondo questa soluzione, andrebbe chiusa, ma anche l’Eni, la Cementir, tutta l’area industriale dell’indotto, l’Arsenale, la Marcegaglia, ecc. ecc. - perchè a chi parla di Taranto come città delle cozze e calamari, dell’agricoltura, ecc. bisogna ricordare che dagli inizi del secolo scorso Taranto è soprattutto città industriale), è “normale”, ma non pretendesse di raccontare frottole agli operai!!

Il proletariato come classe, i comunisti hanno una visione opposta. Noi non vogliamo cancellare le fabbriche e gli operai, perchè sarebbe eliminare il “becchino” del capitale, di cui parlava Marx, e quindi la possibilità stessa del rovesciamento definitivo del sistema del capitale che per i suoi profitti lascia morti e disastri ambientali sul suo cammino. Un sistema capitalista che se non trova più profitti in un posto va in un altro a sfruttare uomini e ambiente come e più di prima. E può non interessare i sostenitori della green economy, ma sono indecenti coloro che vogliono far diventare un giardino il loro paese e non guardano al paese vicino.

Pittsburgh, per il proletariato, per i comunisti, non dimostra come si può salvare la salute della gente, ma dimostra che in un sistema imperialista, per un orticello salvato, centinaia di città, zone immense, come in India, in Cina, in Sud Africa, hanno nuove condizioni schiavistiche di lavoro e di vita delle popolazioni.
Per il proletariato e i comunisti, la bella ed ecologia Pittsburgh dimostra la sconfitta degli operai, mentre i grandi scioperi, le grandi lotte degli operai “brutti, sporchi e cattivi” del Sud Africa, dell’India, ecc, dimostrano che la rivoluzione è possibile ed è l’unica “soluzione” per un nuovo mondo in cui lavorare non deve significare morire, e far morire.

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