domenica 20 maggio 2018

I MORTI OPERAI PER IL PROFITTO PONGONO LA NECESSITA' DI DEBELLARE LA VERA "MALATTIA"

Il compito in definitiva che i proletari hanno è quello di debellare la "malattia", non solo i suoi effetti, dove la malattia è questo sistema capitalista che sfrutta, uccide, attacca diritti vitali. 
La realtà economica non è quella descritta dagli economisti che sono di "parte" (della borghesia dominante), occorre comprendere la realtà dall'altra parte, da quella di chi produce, che è il fattore del processo produttivo che determina i rapporti sociali, la classe operaia. 

Gli operai non possono essere per sempre condannati a subire sfruttamento, attacco al lavoro, alla salute, alla vita, mancanza anche di certezza del salario; a vivere in un mondo in cui chi produce non può possedere nulla e chi sfrutta ha l'80% della ricchezza prodotta dai lavoratori. Gli operai non possono accettare di vivere per sempre in una società in cui non sono padroni neanche della propria vita.

L'operaio per vivere lui e la sua famiglia in questo sistema capitalista è costretto a sacrificare la sua esistenza per il padrone che l'acquista a pezzi attraverso il salario, in un processo che dalle prime fabbriche ottocentesche arriva fino a noi, dove i padroni allungano l'orario, intensificano i ritmi, "assumono" a termine, sfruttano fino al limite fisico possibile, negano la minima sicurezza sul lavoro; perchè i padroni vogliono solo realizzare il loro profitto e la nostra sicurezza, invece, è un costo, e per loro se se ne "rompe" uno altri ne prenderanno il posto... 
E le leggi di questo Stato, dei governi, i suoi uomini, gli ispettori, i giudici, non valgono per difendere e rendere realmente giustizia agli operai.

Le lotte sindacali anche quando sono buone - ma questo oggi avviene raramente - restano sul terreno della "difesa", possono migliorare le condizioni di lavoro, ma lasciano sopravvivere il rapporto di sfruttamento, il dominio del capitale. Ma è proprio questo dominio che occorre rovesciare.

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